Mi ero ripromesso di mantenere un rispettoso silenzio su questo blog rispetto alla vicenda Englaro, lasciando ad altri luoghi ed altre dimensioni di discussione la mia frustrazione, rabbia e indignazione. Altri hanno già discusso ampiamente di tutto questo, ma non posso esimermi dall’aderire allo spirito del post di Chiara Lalli su Bioetica, che riassume bene posizioni che condivido.
” (…) Scrivere di Eluana, in un clima tanto convulso e infetto, è una azione di estrema difesa contro questi spietati burocrati della morte. Non è solo Eluana ad essere aggredita, ma la stessa possibilità di definire il nostro Stato come liberale e laico. (…) Le implicazioni sono vaste e profonde, disegnano il profilo di una metastasi forse ancora difficilmente rilevabile ma inarrestabile, e che ingoia le libertà fondamentali e i diritti civili.
Tutti quelli che sono a favore della “vita” sono, in realtà, a favore della schiavitù e della sottomissione. Sarebbero almeno onesti se lo dicessero esplicitamente, senza nascondersi dietro a proclami altisonanti e ipocriti: “è condanna a morte”, “si può sempre guarire”, “i medici devono curare”, “se io fossi il padre”. Dimenticando completamente di interrogarsi sulla volontà di Eluana.
Questa nuova forma di paternalismo è viscida e odiosa, perché non ha nemmeno il coraggio di darsi il nome che le spetta”
E già che ci siamo, cito anche il post precedente di