Goethe ci parla del Kava

Sembrerebbe che le cose si stiano muovendo per il kava. Da mesi si parla della possibilità di superare il bando della vendita del Piper methysticum nella UE (in atto dal 2002), e sembrerebbe che le consultazioni tra l’International Kava Executive Council, gli ambasciatori delle Isole del Pacifico (i maggiori produttori di kava) e i rappresentanti della Commissione Europea.

Leggendo il poco a disposizione (la notizia non è confermata da siti autorevoli) sembrerebbe in realtà che ciò che è stato ottenuto dai coltivatori di kava sia il diritto di registrare il kava come farmaco tradizionale in Europa, e l’assicurazione che il WTO sarebbe intervenuto per difendere i diritti commerciali dei coltivatori a non vedersi esclusi dal mercato europeo.

Nulla sarebbe ancora cambiato però dal punto di vista della valutazione della tossicità della pianta, per cui il commercio dei prodotti a base di kava sarebbe comunque ancora vietato. Ma questo passaggio sembrerebbe una premessa ad passo ulteriore, ovvero al riconoscimento della sicurezza della pianta, anche alla luce (finalmente!) degli studi che si sono accumulati negli ultimi anni.

Per rinfrescarci la memoria sul kava, sfogliamo la recente review sulla epatotossicità del Piper methysticum pubblicata sullo European Journal of Gastroenterology & Hepatology da ricercatori della Università Goethe di Francoforte sul Meno, una review che, insieme ad una seconda pubblicata dal The New Zealand Medical Journal dà ragione a chi negli anni ha denunciato l’eccesso di sensazionalismo nella discussione sulla tossicità delle piante medicinali.

Riassumendo…

In tutto ci sono stati 83 casi riportati di reazioni avverse (ADR) al kava dal 1990 a metà 2002, a fronte di 295 milioni di dosi giornaliere vendute nello stesso arco di tempo.

Se assumiamo per vera la valutazione precedente, allora l’incidenza di ADR per Kava è di 0,01 per milione di dosi; se invece assumiamo una valutazione molto conservativa di 50 casi di epatotossicità probabile, l’incidenza di reazioni avverse per Kava è di 0,24 per milione di dosi.

A mò di confronto, l’incidenza di ADR per le benzodiazepine varia da 0,9 (bromazepam) a 2,12 (diazepam); in genere, per la maggior parte dei farmaci, il rischio di epatotossicità è di 1 a 10 ogni 100.000 soggetti esposti.

Tra i vari casi di epatotossicità grave, ci sono 4 casi di aumento degli enzimi epatici, 5 casi di epatite colestatica, 5 casi di disfunzione delle cellule epatiche, 5 casi di insufficienza epatica, 3 dei quali fulminanti con necrosi e trapianto:  una donna di 60 anni che ha assunto fino a  480 mg di kavalattoni al giorno per un anno; una donna di 22 anni che ha assunto 240 mg di kavalattoni al giorno per 4 mesi; una donna di 50 anni che ha assunto 60 mg di kavalattoni per 7 mesi.

Un caso di decesso: una donna di 81 anni che aveva assunto 120 mg al giorno di kavalattoni per 9 mesi.  Solo 3 soggetti non stavano assumendo altri farmaci.

Fino ad ora i casi di epatotossicità grave imputati all’utilizzo di “estratti” di vario tipo di Piper methysticum comprendevano 26 casi nei quali il legame causale è stato valutato come Poco probabile, 32 casi Non verificabili, 18 casi di legame Possibile,  3 casi di legame Probabile (2 dei quali con estratti acetonici, molto selettivi), 3 casi cinsiderati irrilevanti, e zero casi con legame causale certo. In tre casi i soggetti hanno assunto kavaina sintetica e in un caso kavaina sintetica con estratto.

Goethe

La review dei ricercatori dell’Università Goethe ha rianalizzato l’epatotossicità associata al kava in 26 pazienti, ed ha concluso che:

  • in 16 pazienti non è stato possibile legare l’assunzione di kava all’epatotossicità (i pazienti non hanno in realtà assunto kava, oppure l’anno assunto ma la cosomministrazione di altri farmaci non permette un quandro clinico e tossicologico chiaro)
  • in 2 casi la probabilità di un legame causale era così bassa da non suggerire alcun legame
  • Dei rimanenti 8 casi di legame causale confermato, in uno solo l’epatotossicità è stata collegata all’assunzione di kava alle dosi e per i periodi consigliati (non più di 120 mg di kavapironi al giorno per non più di tre mesi). Tre pazienti hanno sofferto di epatotossicità dopo aver assunto kava in dosi troppo elevate o per un periodo troppo prolungato ed i rimanenti hanno sofferto di lesioni epatiche per l’assunzione di kava in concomitanza con altri farmaci epatotossici.

Questa review non fa che confermare che il kava causa rare reazioni epatotossiche se assunto correttamente, e che la sua tossicità è legata ad overdose, periodi di assunzione troppo prolungati o cosomministrazione con certi farmaci

La Commissione E, l’ESCOP e il prof. Ernst condividono l’opinione che il ritiro del Kava sia ingiustificato alla luce dei dati sopraesposti, e che il rapporto rischio/beneficio della pianta sia buono, e sempre migliore dei farmaci di sintesi di riferimento.