Lacrime, sudore e sangue!

Call for Papers da parte di Intersections.

Il 21 volume di Intersections (una serie di volumi monografici peer-reviewed di storia moderna che isola in ogni yearbook un argomento non nuovo ma ampiamente dibattuto) tratterà di un argomento che mi sta a cuore: l’evoluzione dei concetti in fisiologia dall’antichità all’Europa moderna (Blood, sweat and tears: The Changing Concepts of Physiology from Antiquity into Early Modern Europe). In preparazione al testo, i curatori del volume (Manfred Horstmanshoff, Helen King e Claus Zittel) organizzano una conferenza che si terrà il 16-18 aprile del 2009 presso il Netherlands Institute for Advanced Studies a  Wassenaar, nei Paesi Bassi.  Il volume dovrebbe uscire nel 2010.

Per un fitoterapeuta tradizionale come me, da tempo interessato ai binomi salute/malattia, normale/anormale, fisiologico/patologico e alle varie declinazioni che hanno ricevuto nel tempo e nelle diverse culture, questa occasione è importante. Non solo per il soggetto in sè, ma anche per il riflesso più generale sulla cultura e sugli oggetti culturalmente costruiti.

Se le idee ed i concetti fisiologici delle diverse epoche sono radicalmente diversi, possono essere radicalmente diversi anche i corpi e le sensazioni di uomini e donne? Cioè non solo le idee di corpo, ma le sensazioni, i sensi, l’olfatto, i sapori? E’ questo ha un riflesso anche rispetto alla comparabilità, alla commensurabilità delle diverse teorie? Il dibattito intorno alla sostenibilità delle teorie del costruzionismo sociale e dell’olismo semantico non è certo finito (seppure forse meno acceso di vent’anni fa), ma questa conferenza e questo testo possono fornire uno spazio di intersezioni feconde, in un campo, quello della fisiologia, che lo storico della medicina ha spesso tralasciato a favore dell’anatomia.

Obiettivo esplicito del volume è infatti recuperare questo gap attraverso l’interpretazione contestuale delle teorie antiche, medievali e rinascimentali.

“While the topic of anatomy, the structure of the body, has been the subject of considerable recent study, that of physiology, the theory of the normal functioning of living organisms, has received much less attention. To reach a better understanding of what was new in Early Modern Europe we need a thorough contextual interpretation of Ancient, Medieval – including the Arabic tradition – and Renaissance theories.

If we try to apply the concept of physiology to Ancient (Greek and Roman) medicine, we encounter some difficulties. Where we would expect causality, we meet ‘only’ with analogy. By the Early Modern era ancient explanations of physiological phenomena existed alongside newly emerging methods of explanation based on the study of nature. To what extent were these two models of explanation in dialogue?

How was early modern physiology represented? What was the interrelationship with art? William Harvey mentioned the fire hose, but to what extent were such new technological models, such as those derived from hydraulics, applied?

In meteorology, geology, cosmology, and political and economic theory, metaphors derived from physiology gained popularity. The tension and interplay between experimental practices and metaphysical concepts could also be an interesting topic.

Finally: in what way, if at all, did the new discoveries influence general culture? Is it possible to argue that people could see, hear, smell, feel and taste in different ways in, say AD 1650, in comparison with the Augustan era?”