Invito ad una moratoria su Aniba rosaeodora

Riporto paro paro da the aromaconnection questa bella notizia che riguarda due specie forestali aromatiche, Aniba rosaeodora e Bulnesia sarmientoi. L’inserimento delle due specie nell’elenco delle specie commerciabili solo se provenienti da piantagioni certificate CITES è un piccolo passo, ma io continuo ad invitare tutti ad una moratoria totale sull’utilizzo di derivati del Legno di rosa e, già che ci siamo, del legno di Sandalo!

Ma ecco le news dal CITES:

L’ Environment News Service annuncia che il 19 marzo 2010 due alberi sudamericani, sfruttati in maniera non sostenibile dai produttori/commercianti di olii essenziali per l’industria profumieristica e cosmetica, saranno immessi nell’Appendice II della Convenzione sul Commercio Internazionale (Convention in International Trade – CITES), decisione presa dal CITES a Doha, nel Qatar. I controlli sul commercio (scambi commerciali internazionali permessi esclusivamente sulla base di permessi ufficiali) verranno applicati entro 90 giorni per Aniba rosaedora (legno di rosa brasiliano), che è stato proposto per l’appendice II dal Brasile, e per Bulnesia sarmientoi (Palo Santo – da cui si ricava l’olio di guaiaco, l’olio acetilato di guaiaco e l’acetato di guaile) dalla regione del Gran Chaco in America Centrale, proposto dall’Argentina.

Cropwatch ha da lungo tempo sottolineato il declino dello status ecologico del Legno di rosa (scarica qui i files Cropwatch), e molti utenti di olii essenziali hanno indipendentemente e volontariamente deciso di smettere di acquistare l’olio essenziale. Sfortunatamente c’è sempre un elemento poco etico nel mercato che continuerà ad utilizzare specie aromatiche in pericolo di estinzione, fino al punto di farlo anche quando sia illegale.  Lo status del Palo Santo (legno di Guaiaco) nel Parco Nazionale di Gran Chaco, che si estende attraverso il Paraguay occidentale, l’Argentina settentrionale ed orientale, e la Bolivia meridionale era stato di recente analizzato da Cropwatch nella sua Updated List of Threatened Aromatic Plants Used in the Aroma & Cosmetic Industries v1.19 (scarica il pdf. qui). L’olio essenziale di Legno di Guaiacoè in realtà una pasta marroncina che si scioglie a 45ºC, e i suoi derivati acetilati hanno occupato un posto molto importante nel ventaglio aromatico profumieristico.

L’inserimento delle due specie nell’Appendice II farà la differenza? Certamente l’inserimento nell’Appendice CITES I sarebbe stata più efficace, specialmente nel caso del Legno di Rosa, il cui futuro è più di altri alberi nelle mani di commercianti illegali. Olio essenziale di Aniba rosaeodora da distillerie clandestine nel profondo della foresta  continua ad arrivare nei nostri mercati, anche se alcuni lotti si distinguono per una composizione chimica peculiare che spinge a porsi delle domande sull’origine botanica (vedi la bibliografia relativa qui). Ci si domanda se l’olio di Guaiaco continuerà ad essere disponibile legalmente, se solo quello di origine argentina verrà bandito. Anche se questo lo si potrà vedere solo nel futuro,  certamente questi inserimenti nella lista CITES II sono un passo nella giusta direzione.

Allergeni

Il problema della presenza di sostanze aromatiche sensibilizzanti nei cosmetici e nei profumi non è nuovo, ma è solo negli ultimi anni che la problematica dell’etichettatura dei prodotti e delle informazioni date ai clienti allergici o sensibilizzati è uscita dai circoli degli specialisti.

Il 7° emendamento alla Direttiva sui Cosmetici (Council Directive 2003/15/EC) comporta l’obbligatorietà dell’etichettatura di 26 sostanze (elencate nel Annex III) che, secondo l’opinione del SCCNFP (Scientific Committee on Cosmetics and Non Food Products intended for consumers), sono gli allergeni più comuni nelle fragranze e nei profumi, quando siano presenti a livello dello 0.01% o superiore per prodotti wash-off e dello 0.001% o superiore in prodotti leave-on.  Sedici di queste sostanze sono naturalmente presenti negli OE.

L’opinione del 1999, che ha portato alla modificazione della Direttiva, era articolata in quattro sezioni:
1. Gli ingredienti delle fragranze debbono essere considerati un’importante causa d’allergie da contatto.  In particolare il Comitato denuncia che nei soggetti affetti da eczema vi è stato un significativo aumento delle allergie da fragranze negli ultimi 10 anni, e che sempre in questo gruppo le allergie da fragranza sono una delle cause più comuni d’allergia da contatto (8%).  Gli studi sulle popolazioni non affette da eczema sono più difficili e più scarsi, ma i dati sembrano comunque mostrare l’importanza dell’allergia da fragranze nel contesto più generale delle allergie da contatto (1-2%).  Tutti questi studi sono stati effettuati utilizzando lo strumento del Fragrance Mix, un test diagnostico.  Gli studi epidemiologici mostrano che questi dati riflettono bene i dati sull’utilizzo di prodotti cosmetici.  Di tutti i pazienti eczematosi che ricorrono alle cliniche dermatologiche per allergie da cosmetici, il 30-45% mostra allergie da fragranze.
In particolare è stato mostrato che la reazione che vari soggetti eczematosi hanno nei confronti di profumazioni contenute in saponi, dopobarba, profumi, deodoranti profumati, colonie e lozioni è vicina a quella avuta nei confronti del Fragrance Mix.
I 10 profumi più venduti hanno causato una reazione positiva nel 6.9% dei soggetti, contro l’8.1% nel caso del Fragrance Mix. In ultimo il Comitato nota come la compresenza in molti cosmetici di due o più allergeni aumenti il rischio di eczema, vista l’effetto sinergico sull’infiammazione e sull’estensione della reazione eczematosa.
2. Sulla base di criteri ristretti ai dati dermatologici riflettenti l’esperienza clinica, è stato possibile identificare 26 ingredienti delle fragranze, che corrispondono agli allergeni più comunemente riconosciuti.

Esempi di allergerni presenti negli olii essenziali:

  • Alcol cinnamico
  • Cinnamale
  • Citrale
  • Eugenolo
  • Geraniolo
  • Idrossicitronellale
  • Isoeugenolo
  • Alcol anisico
  • Benzoato di benzile
  • Cinnamato di benzile
  • Citronellolo
  • d-Limonene
  • Cinnamaldeide
  • Farnesolo
  • Linalolo

3. Non vi sono al momento dati sufficienti che permettano di determinare una relazione dose-risposta e un valore soglia per questi allergeni.  Questo perché pochi allergeni sono stati testati per individuare il livello di non effetto.
4. E’ opinione del Comitato che il consumatore dovrebbe ricevere informazioni adeguate sulla presenza nei prodotti cosmetici di composti con un potenziale ben riconosciuto di causare allergie da contatto.  La mancanza di tale informazione limita  una adeguata diagnosi delle allergie da contatto con fragranze, impedisce ai consumatori con riconosciuta allergia a certi composti di tutelarsi, e riduce di molto il feedback verso l’industria di produzione, che non può quindi prendere delle misure in caso di necessità.

Considerazioni
Questi sviluppi hanno un potenziale dirompente anche al di fuori del mondo della cosmesi.  Non solo un alto numero di sostanze incluse in questi elenchi sono presenti negli OE, ma alcune sono quasi ubiquitarie, come il linalolo e il d-limonene, ed altre ancora (geraniolo, eugenolo, ecc.) sono comunque presenti in moltissimi OE.

Per dare un’idea di quanti OE sono stati implicati, basta dare un’occhiata all’elenco che segue, che comprende solo una minima parte degli OE potenzialmente interessati.

  • Aniba roseodora (Legno di rosa: citrale, citronellolo, linalolo)
  • Cananga odorata (Ylang ylang: alcol benzilico, geraniolo, isoeugenolo, benzoato di benzile, farnesolo)
  • Cinnamomum camphora fol (Foglia di Ho: d-limonene, linalolo)
  • Cinnamomum cassia (Cannella cinese: alcol cinnamico)
  • Cinnamomum zeylanicum (Cannella vera: alcol cinnamico, eugenolo, benzoato di benzile)
  • Citrus aurantium var amara (Arancio amaro: geraniolo, d-Limonene)
  • Citrus aurantium var amara flos (Neroli: geraniolo, farnesolo)
  • Citrus limonum (Limone: citrale, d-Limonene)
  • Citrus reticulata (Mandarino: citronellolo, d-Limonene)
  • Citrus sinensis (Arancio dolce: d-Limonene, linalolo)
  • Citrus spp. (d-limonene)
  • Citrus spp fol (Petitgrain:  citrale, geraniolo)
  • Coriandrum sativum (Coriandolo: geraniolo, linalolo)
  • Cuminum cyminum (Cumino: cinnamato di benzile, d-Limonene)
  • Cymbopogon citratus e flexuosus (Lemongrass: citrale, geraniolo, citronellolo, d-Limonene, farnesolo)
  • Cymbopogon martinii (Palmarosa: geraniolo, farnesolo)
  • Cymbopogon nardus e winterianus (Citronella: geraniolo, citronellolo, d-Limonene, farnesolo)
  • Eucalyptus citriodora (geraniolo, citronellolo)
  • Eucalyptus radiata (citrale, geraniolo)
  • Foeniculum vulgare (Finocchio: d-Limonene)
  • Gaultheria ssp (Wintergreen: benzoato di benzile)
  • Jasminum grandiflorum (Gelsomino assoluta: alcol benzilico, farnesolo)
  • Juniperus ssp (Ginepro: d-Limonene)
  • Laurus nobilis (Alloro: eugenolo, geraniolo)
  • Lavandula angustifolia (Lavanda: geraniolo, linalolo)
  • Lavandula x hybrida (Lavandino: linalolo)
  • Lippia citriodora (Verbena: citrale)
  • Melaleuca ssp (eugenolo)
  • Melissa officinalis (citrale)
  • Myristica fragrans (Noce moscata.  isoeugenolo, linalolo)
  • Myroxylon balsamum (Balsamo del Tolu) e Myroxylon pereirae (Balsamo del Peru) (alcol cinnamico, benzoato di benzile, cinnamato di benzile, farnesolo)
  • Ocimum basilicum (Basilico: linalolo)
  • Pelargonium spp (Geranio: geraniolo, citronellolo)
  • Pimpinella anisum (Anice:  alcol anisico)
  • Pinus spp (citrale, d-Limonene)
  • Pogostemon cablin (Patchouli: alcol cinnamico)
  • Rosa spp (eugenolo, geraniolo, citronellolo, farnesolo)
  • Salvia sclarea (citronellolo)
  • Satureja spp (Santoreggia: eugenolo)
  • Styrax benzoin (Benzoino: alcol benzilico, alcol cinnamico, cinnamato di benzile)
  • Syzygium aromaticum (Chiodi di garofano: eugenolo, isoeugenolo

Come visto al punto 3 del documento del 1999, il SCCNFP non ha definito dei livelli per i limiti imposti agli allergeni nei cosmetici.  La mancanza di questi limiti significa che moltissimi OE sono rimasti coinvolti in questa  legislazione.  La semplice presenza di un composto è bastata a far condannare l’uso di un OE, e a seguito dell’implementazione di questaregolamentazione l’industria degli olii essenziali ha sofferto un colpo molto duro, a fronte di una generalizzazione  automatica ma in realtà non giustificata in assenza di ulteriori studi sugli OE in toto.

Questa decisione non è mai stata formalmente giustificata dal SCCNFP , e vari autori, ed in particolare Cropwatch, hanno criticato la metodologia utilizzata, denunciando un eccesso di restrizione di fronte ad una mancanza di evidenza clinica o sperimentale.

Cropwatch/The Aromaconnection Blog riportano gli ultimi sviluppi su questo fronte. Anche se siamo ancora lontani da uno studio serio sulla solidità dei dati alla base della legislazione sugli allergeni, per lo meno viene riconosciuto che al momento della composizione della lista, non esistavano dati sufficienti per calcolare un rapporto dose/risposta o un livello soglia oltre il quale la sostanza sarebbe attiva:

“Scientific information of general and specific nature has been submitted to DG ENTR in order to ask the SCCP for a revision of the 26 fragrances with respect to further restrictions and possible even delisting.“

“At that time there were not sufficient scientific data to allow for determination of dose response relationships and/or thresholds for these allergens.”