Ed eccoci all’ultimo post sulla gestione dell’influenza (gli altri sono qui, qui e qui). Eravamo rimasti alle piante immunomodulanti ed ora diamo un’occhiata alle altre categorie di piante.
Ritorniamo per un attimo all’azione antivirale, di cui abbiamo parlato nel primo post rispetto agli olii essenziali, e vediamo quali altre piante mostrino tale attività, e se essa si traduca in un utilizzo in pratica.
Iniziamo subito con il dire che mentre la tradizione riconosce molte piante ad azione antivirale, e certamente molte piante e molecole d’origine vegetale mostrano attività virucida in vitro, al momento non sembra esistano piante con attività virucida sistemica.
D’altro canto è più facile invece che una pianta virucida in vitro possa esplicare questa azione in applicazione topica. Un esempio classico ci viene da piante vicine a noi: iperico, melissa e liquirizia.
Piante antivirali nella tradizione
Quali possono essere i meccanismi alla base dell’effetto antivirale di queste ed altre piante? Di seguito riporto alcuni dei meccanismi proposti in letteratura per spiegare l’azione antivirale indiretta: proteine heat-shock (HSP), recettori Toll-like (TLR), equilibrio Th-1/Th-2.
- Allium sativum. Uno studio su modelli animali di infezione influenzale ha mostrato che l’aglio possiede attività antivirale sia diretta che indiretta per mezzo della stimolazione del sistema immunitario. Possibile meccanismo tramite Heat Shock Proteins e modulazione dell’equilibrio Th-1/Th-2.
- Astragalus membranaceus. L’Astragalo ha mostrato una buona attività protettiva contro infezioni virali (parainfluenza virus tipo I, Newcastle virus, coxsackie B2 e B3 virus, Hep B virus), molto probabilmente non per una azione diretta ma per l’azione immunostimolante e di stimolazione di produzione di interferone. In uno studio clinico aperto su pazienti affetti da epatite virale cronica si è verificato un successo nel 70%. In uno studio clinico in doppio cieco su 253 pazienti affette da cervicite cronica associata ad infezione virale una bassa dose di interferone associata ad Astragalo ha avuto lo stesso successo di dosi elevate di interferone da solo. Si suppone quindi che l’Astragalo agisca sinergicamente con interferone. Possibile meccanismo tramite recettori Toll-like e modulazione dell’equilibrio Th-1/Th-2.
- Echinacea spp. Utile per le note attività immunostimolanti, ma a dosi elevate (almeno 40 ml di estratto idroalcolico (1:10) al giorno). Possibile meccanismo tramite recettori Toll-like.
- Eupatorium spp. Una pianta sulla quale non abbiamo altri dati che quelli tradizionali. Da sempre utilizzata come rimedio nelle febbri influenzali ed infettive in genere. Probabile che la sua utilità sia legata all’attività diaforetica e stimolante della circolazione sanguigna e linfatica.
- Hydrastis canadensis. E’ stato usato molto nelle infezioni delle vie respiratorie, soprattutto per raffreddore con muco denso, anche se non ha attività antivirale diretta, ma una azione tonica delle mucose ed anticatarrale.
- Ligusticum porteri. Usata tradizionalmente in nord America per infezioni respiratorie. Un lattone insaturo, la (Z)-ligustilide, ha una debole azione (pari al 50% della ribavarina) in vitro su virus influenzali e dell’herpes (Beck e Stermitz 1995). Nessun altro dato a sostegno dell’azione antivirale. Da usare in estratto idroalcolico.
- Lomatium dissectum. E’ stato osservato un utilizzo nel trattamento della sindrome dell’affaticamento cronico o altre infezioni croniche. Veniva utilizzata dai nativi americani per raffreddori ed infezioni respiratorie e più di recente è diventato di uso comune in fitoterapia per il trattamento di influenze, raffreddori ed infezioni da HSV I e II (Turner 1991). Non ci sono dati a sostegno di questa attività, ed il consumo dell’estratto idroacolico può causare un rash cutaneo maculopapillare autolimitante di origine sconosciuta.
- Melissa officinalis. Come visto più sopra l’attività antivirale è topica, mentre non ci sono indicazioni che la possieda anche per via sistemica. L’utilizzo classico nelle infezioni è probabilmente legato alla sua attività diaforetica e rilassante. Da usare in tisana.
- Sambucus spp. Pianta molto utilizzata nelle affezioni respiratorie febbrili anche virali. Uno studio recente ha mostrato che il succo delle bacche è efficace nel trattamento della sindrome influenzale, ed inibisce 10 ceppi virali influenzali in vitro. Nonostante ciò, è probabile che la sua azione sistemica sia più di tipo indiretto immunostimolante che virucida. Da usare in tisana.
Virucidi
Hypericum perforatum
La scoperta alla fine degli anni ’80 che iperico ed ipericina mostravano, in studi animali, di essere potenzialmente attivi contro HIV, suscitò molta emozione (Meruelo et al. 1988). Questi dati erano supportati anche da studi in vitro.
Secondo gli studi in vitro, ipericina e pseudoipericina possiedono attività antivirale e antiretrovirale. Sono attive contro HIV-1, Friend Leukemia Virus (FLV), virus dell’anemia infettiva equina, virus della stomatite vescicolare, HSV-1 e -2, virus della parainfluenza, virus vaccino, virus dell’epatite B delle oche, Sindbis virus, Epstein Barr Virus (EBV) e Citomegalovirus (CMV) (Bianchi et al. 1997). Gli studi sembrano dimostrare come l’ipericina non sia attiva a livello della trasferasi inversa, bensì abbia bisogno di una membrana o superficie cellulare integra per essere efficace (tutti i virus su cui è attiva, a parte il CMV, sono infatti provvisti di rivestimento virale). Si ipotizza che la sua azione si esplichi a livello dell’assemblaggio virale o dell’ancoraggio e non a livello della trascrittasi inversa o dell’mRNA virale.
Ma l’interesse destatosi si raffreddò dopo due studi clinici con ipericina endovena per pazienti con HIV (Gulick et al 1999) e per pazienti con epatite C (Jacobson et al 2001). I due studi mostrarono una quasi universale elevata fototossicità a dosi completamente inefficaci contro i virus.
Divenne poi chiaro che per essere efficace, l’ipericina aveva bisogno d’essere fotoattivata; la fotoattivazione, infatti, rende l’attività contro FLV cento volte superiore rispetto a ipericina non fotoattivata (Bianchi et al., 1997). Alcuni autori ipotizzano che l’ipericina, molecola lipofilica, si leghi alla membrana lipidica del virus, che assorba un fotone con formazione, attraverso un meccanismo di fotoattivazione di tipo II ossigeno-dipendente, di ossigeno monovalente che agirebbe poi a livello del legame tra gp120 dell’HIV e il recettore CD4 del Th, con inibizione della fusione virale e della formazione di sincizi (Thomas et al., 1992b; Lenard et al., 1993; Yip et al., 1996).
Il potenziamento dell’azione dell’ipericina con la luce rappresenta però un fattore fortemente limitante, perchè rende praticamente impossibile il suo utilizzo per attività antivirale sistemica.
Glycyrrhiza glabra
La glicirrizina (GL) è attiva, in vitro, su HVZ, HVS 1, virus dell’epatite B (attraverso la sialilazione del virus), epatite A (impedisce al virus di penetrare nella cellula), epatite da CMV in pediatria (Bianchi et al 1997).
GL ha anche dimostrato la sua utilità come antiretrovirale, sia inibendo la formazione di sincizi da parte di HIV, sia attraverso la stimolazione alla produzione d’interferone, citochine, IL-2 e linfociti T extratimici (Bianchi et al 1997).
E’ quindi difficile dire se la sua attività contro i virus sia dovuta ad una specifica attività virucida e non ad una stimolazione della risposta dell’organismo. In ogni modo, è comunque improbabile che dosi orali di Liquirizia possano esercitare effetti antivirali sistemici, dato che la GL viene metabolizzata e dà acido glicirretinico (GA), il quale ha mostrato, in due studi in vitro, di inibire la crescita e la citopatologia di vari virus DNA ed RNA (Pompei et al 1979; 1980).
Anche i polisaccaridi presenti nell’estratto di Liquirizia hanno mostrato attività immunostimolante e inibitrice virale, in particolare attraverso la stimolazione della fagocitosi, dell’attività delle cellule NK e della secrezione di IL-1 e IFN (Yang,Yu 1990), ma nuovamente è difficile generalizzare questi dati ad un uso orale, visto che i polisaccaridi non passano la mucosa gastrointestinale.
Vi sono solo due studi su HIV che abbiano utilizzato GL per via orale.
Nella ricerca di Endo (1993) egli riporta che 10 anni di terapia mista hanno aumentato CD4, migliorato il rapporto CD4/CD8 e aumentato l’attività delle cellule NK. Ikegami (Ikegami et al 1993) riporta che dopo 7 anni di terapia a base di GL orale su pazienti asintomatici non sono state riscontrate anomalie immunologiche, né progressioni verso AIDS, mentre sono stati registrati più alti livelli di anticorpi p24 e p17.
Melissa officinalis
A differenza di iperico e liquirizia, la melissa non è mai stata proposta come antivirale sistemico, ma è molto conosciuta come rimedio antierpetico topico. Gli estratti acquosi sono fortemente antivirali in vitro.
Uno studio in doppio cieco su 231 pazienti (Wölbling e Leonhardt 1994) ha mostrato che il trattamento a base di crema con estratto concentrato di Melissa (70:1) è superiore se comparato ad un trattamento convenzionale, nella valutazione sia dei pazienti che dei clinici. Il tempo medio di recupero da piaghe erpetiche si e’ dimezzato (5 giorni) ed il tempo medio tra le ricadute si è raddoppiato. Gli autori dichiarano che “per essere efficace il trattamento deve essere iniziato nei primissimi stadi dell’infezione.” Non sembra comunque che la Melissa stimoli la resistenza al virus.
Già nel 1964 fu riportata l’attività di vari estratti di Melissa su ceppi virali di Newcastle virus, vaiolo dei bovini, Herpes Simplex, myxovirus, Semliki Forrest virus, ecc. (Cohen et al. 1964). Tre anni più tardi due studi analizzarono le sostanze antivirali presenti negli estratti, ed esse furono definite come polifenoli non tanninici e tannini (Kucera and Herrmann 1967; Herrmann and Kucera 1967). Sembra che l’attività antivirale possa essere collegata alla reazione tra composti polifenolici e proteine della capside virale. Negli ultimi anni gli studi si sono concentrati sull’attività antierpetica, che è stata dimostrata con studi in vitro e in vivo su herpes simplex I.
I composti responsabili per quest’azione sono gli acidi caffeico, ferulico e rosmarinico (Dimitrova et al. 1993; Chlabicz and Galasinski 1986).
Nel 1998 Yamasaki et al. (1998) ha dichiarato che la potente attività antivirale osservata per l’estratto di Melissa officinalis è dovuta a composti idrosolubili polari e non ai composti non polari come gli olii essenziali.
Stimolanti della circolazione e diaforetici
- Eupatorium perfoliatum, una pianta dall’azione diaforetica, tonica amara e moderatamente antinfettiva, da sempre considerata dai nativi americani come la pianta per le febbri, e consigliata anche dalla scuola tedesca in combinazione con Echinacea (Weiss 1996). Uno studio clinico tedesco del 1987 ha mostrato che una combinazione di Echinacea ed Eupatorium perfoliatum è stata efficace nel trattare raffreddore ed influenza (Amman e Suter 1987). La pianta fresca contiene un composto tossico (tremetrolo; Willard 1991) che è quasi assente nella pianta secca. La pianta è meglio assunta in infuso e a piccole dosi perché a dosaggi elevati può essere nauseante.
- Achillea millefolium. Da sempre utilizzata nelle prime fasi a febbre elevata, essa è un rimedio diaforetico ma anche tonico amaro. Si smette di utilizzarla non appena la febbre raggiunge il picco e nella fase discendente, per poi riprenderla nella fase di convalescenza, fase nella quale diventa importante la sua azione tonico-amara.
- Zingiber off. Fresco (Sheng Jiang) in MTC considerato fresco e pungente
- Libera il Vento-Freddo e causa sudorazione. Particolarmente efficace nel rinforzare la sudorazione. Elimina la flemma fredda dal naso, riduce la tosse. Aggiunta alle prescrizioni per aiutare le altre pianta a ‘viaggiare verso il basso’
- Cinnamomum spp. (Gui Zhi) in MTC considerata dolce e calda, efficace nella Sindrome esterna di Vento-Freddo, o sindrome esterna di Vento-Freddo con sudorazione che non riesce a risolvere la condizione. Effetto sinergico con Ephedra come diaforetico
- Mentha spp
- Sambucus nigra
- Tilia spp.
- Nepeta cataria
Espettoranti’sedativi’ per tossi secche:
- Marrubium vulgare
- Verbascum thapsus
- Euphorbia hirta
- Trifolium pratense
- Pilosella officinarum/Hieracium pilosella
Espettoranti stimolanti per tossi produttive:
- Allium sativum
- Thymus vulgaris
- Inula helenium
- Hyssopus officinalis
Anticatarrali e tonici delle mucose
- Euphrasia off.
- Sambucus nigra
- Hydrastis canadensis
In casi di necessità si utilizzeranno anche antibatterici
- Thymus vulgaris
- Allium sativum
- Satureja montana
- Origanum vulgare
- Cinnamomum verum
I tonici amari tornano utili una volta passata la fase infettiva, nel momento del recupero e della convalescenza, oppure per abbassare la febbre.
- Taraxacum officinalis
- Gentiana lutea
- Erythrea centaurium
- Chycorium intibus
Epidemie, contatto con soggetti infetti
In caso di epidemia o di sospetto di infezione senza segni o sintomi è utile (soprattutto per i soggetti più a rischio) iniziare ad assumere piante ad azione immunostimolante, come Echinacea angustifolia, Andrographis paniculata, o Picrorrhiza kurroa (tenendo presente quanto detto più sopra su queste due ultime piante).
Bone e Mills (2000) propongono un dosaggio di Echinacea di 5 ml/die di estratto 1:2 (raddoppiabile in caso di estrema immunodeficenza). Consigliabile invece smettere l’assunzione di piante adattogene. Un’associazione particolarmente utile è quella tra Echinacea ed Eupatorium perfoliatum, Altre piante tradizionalmente usate sono il Sambucus nigra fol come diaforetico e alterativo generico, e l’aglio come antivirale ed antibatterico generale.
Primi sintomi
Quando l’infezione è certa e i primi sintomi si fanno sentire (temperatura in salita, mialgie e brividi, ecc.) a seconda della severità gli approcci si diversificano.
Il primo trattamento in caso di raffreddore/rinofaringite dovrebbe essere quello locale. Utili i lavaggi nasali con acqua, sale marino e poche gocce di limone per ripristinare la salute delle mucose, l’applicazione di unguento di Calendula, Thuja o Hypericum all’interno delle narici, oppure inalazioni di vapori di Matricaria e Thuja, dall’azione idratante, antinfiammatoria e antivirale (per i bambini e consigliabile utilizzare decotti concentrati e non olii essenziali o tinture). In caso ciò non fosse sufficiente, infusi e decotti sono la prossima scelta, da preferirsi all’uso di tinture.
Il trattamento con Echinacea può continuare, a dosaggi elevati (10-15 ml/die di estratto 1:2), e si introducono infusi di piante diaforetiche per gestire la febbre, come Sambucus, Achillea o Eupatorium.
In caso di evoluzione della malattia verso condizioni piu ‘calde’ (la febbre raggiunge il climax, il paziente ha sensazione di calore, inizia a sudare abbondantemente con il primo declino della temperatura) é possibile introdurre piante come Andrographis e Picrorrhiza (costituzionalmente piu fredde); le combinazioni delle tisane possono variare sostituendo piante più antinfiammatorie e meno diaforetiche, come:
- Verbascum thapsus
- Sambucus nigra bacche succo
- Glycyrrhiza glabra
- Mentha piperita
- Althaea officinale
- Papaver rhoeas
- Acqua di riso o di orzo
Complicanze batteriche
In caso di superinfezioni batteriche, presenza di muco purulento e denso si possono introdurre olii essenziali per os a forte azione antibatterica, Hydrastis canadensis come tonico delle mucose (ideale per congestione delle mucose, ma controindicata nei primi stadi dell’infezione), Allium sativum, Thymus vulgaris e piante anticatarrali.
Estremamente importante l’applicazione a petto e schiena di unguento ricco in olii essenziali.
Esempio:
Olio vegetale 600 ml
Oleolito Iperico 200
OE Eucalyptus smithii 50
OE Thymus vulgaris 40
OE Cinnamomum camphora 40
OE Pinus sylvestris 40
OE Mentha x piperita 30
(sostituire con Rosmarinus off CT canfora in caso di bambini)
Applicare al torace al mattino e prima di andare a letto. Usare puro in adulti, diluito 1:3 in olio vegetale per bambini fino a 5 anni, diluito 1:1 per bambini fino a 12 anni.
Convalescenza
Nessuna terapia può dirsi completa senza un adeguato riposo e recupero post-infettivo. Ai pazienti deve essere fatto presente che la scomparsa dei sintomi non significa la possibilità di tornare alle attività normali di punto in bianco. La convalescenza con dieta leggera, piante tonico-amare e adattogene e dosi leggere di immunostimolanti è importante per evitare eventuali cronicizzazioni e ricorrenze delle infezioni.
Gestire la tosse
Una reazione meccanica come la tosse è chiaramente un tentativo di rimozione, iniziato a livello delle vie respiratorie (non degli alveoli), e tradizionalmente si è sempre apprezzata l’importanza di aiutarla invece di sopprimerla. La soppressione è giustificata soltanto quando la tosse sembri senza risultato, come nella tosse secca e nervosa, o in casi di tumori o altre lesioni. Le piante chiave per il trattamento sono gli espettoranti.
Gli espettoranti sedativi possono essere utilizzati in tossi secche per produrre più secrezioni, con effetto demulcente ed antinfiammatorio , a volte in associazione ad antitossivi (tipo Prunus serotina e Glycyrrhiza glabra).
Gli espettoranti stimolanti vengono invece utilizzate in caso di tossi produttive per eliminare l’eccesso di muco.
Esempio
Tintura per tosse (adulti)
Populus candicans 25 ml
Glycyrrhiza glabra 25 ml
Thymus vulgaris 25 ml
Verbascum thapsus 25 ml
Capsicum frutescens 1 ml
——–
101 ml
Sig: 5 ml al bisogno con acqua
Esempio:
Achillea millefolium 20
Sambucus nigra 20
Eupatorium pefoliatum 20
Echinacea angustifolia 40
Capsicum spp 2
Due formule di MTC per sindromi di Vento-Freddo sono di grande utilità: Ma Huang Tang e Gui Zhi Tang, entrambe descrivibili come ricette diaforetiche e aromatiche.
Gui Zhi Tang (decotto di ramoscelli di cannella)
Gui Zhi (Cinnamomum cassia) 9 gr
Bai Shao Yao (Paeonia alba) 9
Sheng Jiang (Zingiber off fresco) 9
Da Zao (Zizhiphus jujube) 4
Zhi Gan Cao (Glycyrrhiza uralensis preparata) 6
Un rimedio tradizionale antinfettivo e diaforetico nord americano è la Composition powder di cui riporto una delle varie versioni:
Capsule (500 mg tre volte al giorno) di piante polverizzate:
Myrica cerifera 3
Zingiber off 1
Cinnamomum verum 0.5
Syzygium aromaticum 0.25