The making and unmaking of the native world

Un giorno di questi in Colombia, stavo per mettermi a scrivere di Ambil e Tucupì, della discussione della loro rilevanza nella cosmologia degli indios Uitoto (Witoto) dell’amazzonia Colombiana, stavo per farlo quando ho pensato che mentre io e Rufina stavamo mettendo in atto questa attività di costruzione e ricostruzione attraverso il linguaggio, mentre discutevamo di artefatti della cultura nativa, cioè dell’attività che identifica la civiltà, la creazione, l’autoestensione attraverso la cultura materiale…

…proprio in quel momento, a pochi km di distanza, lungo la Panamericana, si metteva in scena brutalmente l’inversione di questo processo, la decostruzione di massa del linguaggio, la sua falsificazione, il disfare il mondo nativo attraverso il dolore e la guerra, la tortura e la sparizione.

Da ormai una settimana nella zona nord del Cauca, in Colombia (vedi il reportage su ACSUR), i nativi delle associazioni “Avelino Úl” e “Lorenzo Ramos”, ed i campesinos appartenenti alla “Asociaciones Pro-constitución de Zonas de Reserva Campesina” dei municipi di Miranda, Corinto e Caloto si confrontano con la polizia colombiana, bloccando la Panamericana per protestare contro il mancato ritorno delle loro terre. Il confronto ha portato ieri ad uno sciopero nazionale, ma ha anche portato a morti, feriti e desaparecidos (leggi qui un articolo de El Espectador).